giovedì 8 maggio 2014

Flessibilità significa più occupazione?

Decreto Lavoro secondo Renzi, fiducia e si va al voto, le parole d'ordine sono "più flessibilità per avere una maggiore occupazione", lo dice ora l'ex sindaco fiorentino ma lo dicevano ancor prima Sacconi ed il suo premier Berlusconi. Ma sarà mai poi vero questo assioma, ovvero se in Italia vi sarebbe più flessibilità vi sarebbe più lavoro? Andiamo a leggere alcuni dati.
Partiamo da un articolo del Fatto Quotidiano dove pone in evidenza di come i nostri "precari" siano meno tutelati che altri stati in fatto di lavoro ma questo... non fà notizia. La prima legge sul lavoro che possa intendersi come "moderna" è la famosa Legge Biagi. Fondamentalmente, ed in poche parole, questa nuova normativa ampliava le possibilità di nuovi contratti a favore delle aziende e contemporaneamente ne riduceva per i lavoratori i diritti, a fronte, così si diceva di una maggiore opportunità lavorativa. Ma ora passiamo ai fatti, alle statistiche nude e crude. I dati sono tutti reperibili dai siti dell'Ocse e dell'Istat.
Partiamo dalle serie storiche, quelle degli occupati e quelle dei disoccupati, da qui si può vedere che la disoccupazione a livello generale fosse molto alta nei decenni precedenti, sopratutto negli anni 80. Poi, a partire dalla fine degli anni 90 vi furono le prime reali riforme sul mercato del lavoro. Era l'epoca di Treu come Ministro del Lavoro, vennero approvati i primi apprendistati e contratti di lavoro interinali ma il tutto però rimaneva sempre finalizzato all'assunzione a tempo indeterminato, difatti, uno degli obblighi delle aziende, era quello che se il contratto fosse durato 3 anni, ad esempio, si sarebbe dovuto trasformare a tempo indeterminato, ne sa qualcosa ad esempio la Tim, che è stata condannata ad assumere 600 interinali. Ma torniamo ad anni più recenti ed analizziamo ulteriori dati. Come si può vedere dall'immagine qui sotto (tratta dal sito Istat)
si nota l'impennata che si è avuta a partire sopratutto dal 2007/2008 epoca ben antecedente alla vera e propria crisi economica e che quindi, ipoteticamente, è poco giustificabile. Ma cosa successe in quei periodi? Provate un pò ad immaginare.... semplice... è ripresa la linea politica della flessibilità! A conclusione di queste letture ritengo, che la flessibilità in se non è del tutto negativa, se accompagnata ad un contratto a tempo indeterminato, vedi 1997-2007, ma che se invece il tutto avviene nella deregulation più totale si avrà solamente disoccupazione e questo perchè.... anche qui la risposta è ovvia... il salario sarà sempre più basso e quindi si avrà un minore potere di spesa ed una maggiore precarietà.


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