Fonte Repubblica http://www.repubblica.it/esteri/2012/09/15/news/titolo_film_blasfemo-42604431/?ref=HRER3-1
Il film si intitolava "Innocence of Bin Laden. Doveva essere un'esca per i terroristi"
Nuovi particolari sulla genesi del video-scandalo che sta provocando rivolte anti-occidentali in tutto il mondo musulmano. Il piano delirante dei suoi autori era di attirare, con un numero di telefono su una locandina, militanti qaedisti in California. "Ma non si presentò nessuno", dice ora un complice dell'autore. Il cast e il regista pescati negli ambienti del porno. E intanto in Tunisia la protesta convoglia fanatismo religioso e criminalità
di DAVID DUPONT
TUNISI - Gli scontri nei pressi dell'ambasciata americana di Tunisi seguiti dalla devastazione e dal saccheggio della scuola americana situata a pochi metri di distanza rappresentano un evidente salto di qualità nelle modalità della protesta religiosa che negli ultimi tempi ha spesso visto in azione gli estremisti salafiti in Tunisia, protagonisti di violente azioni di disturbo contro mostre d'arte e spettacoli teatrali giudicati blasfemi. Ma non erano mai arrivati a questo punto.
"All'inizio, si trattava di una manifestazione civile, pacifica -racconta un testimone- c'erano donne e bambini, la gente scandiva slogan e brandiva cartelli. Poi, all'ora di pranzo, ha fatto irruzione in strada un esercito di nuovi manifestanti, tutti uomini, tutti in assetto di guerra. L'atmosfera è cambiata di colpo. Anche la polizia è stata presa alla sprovvista". Negli ambienti della polizia, infatti, si contano i feriti (22) e si cerca di riflettere a mente fredda sull'accaduto. "Per fortuna in Tunisia non circolano armi da fuoco grazie a una legge che prevede sanzioni pesantissime per chi ne venga trovato in possesso", commenta un agente di polizia. Infatti, anche durante la rivoluzione del gennaio 2011, i rivoltosi erano armati soltanto di sassi e di social network come Twitter, con i quali segnalavano all'esercito la presenza dei cecchini di Ben Ali appostati alle finestre degli appartamenti e sui tetti di Tunisi.
"Qui c'è una miscela esplosiva tra estremisti religiosi e delinquenti comuni, che spesso indossano barbe finte per sembrare più credibili", commenta un dirigente della polizia. "Non a caso, dalla scuola americana hanno rubato tutto ciò che si poteva rubare prima di appiccare il fuoco - aggiunge - esattamente come hanno fatto al consolato americano di Bengasi quando è rimasto ucciso l'ambasciatore". "La sensazione è che la primavera araba e il suo anelito di democrazia -spiega il dirigente- abbia lasciato immensi spazi di manovra al terrorismo mondiale per organizzare veri e propri eserciti di malavitosi pronti a tutto che frequentano le moschee e si nascondono tra i fedeli. Non dimentichiamo che i Fratelli Musulmani in Egitto, dove è cominciato tutto, hanno detto in modo chiaro e netto che non considerano gli Stati Uniti responsabili per quella specie di film. Ma a quanto pare non è servito a niente. Sono anch'io un musulmano credente e convinto. Se non li allontaniamo noi per primi, questi provocatori, sarà la fine di tutte le speranze nate con la rivoluzione. Come poliziotto, tutto quello che posso fare è schedarli, metterli in carcere e farli processare. Ma è come vuotare il mare con un secchio. E' la comunità civile che li deve espellere. E non parlo solo di noi. Parlo anche di voi. Perché in Europa, e soprattutto negli Stati Uniti, questi terroristi godono di molte complicità, inconsapevoli e no. Dovete capire che per noi - conclude il dirigente - è quasi impossibile credere che quel film sia stato finanziato, girato, proiettato in un cinema, sia finito su YouTube prima in inglese e poi in una versione araba. Da noi una cosa del genere non sarebbe mai potuta accadere".
Torniamo dunque al famigerato film all'origine di tutto, "Innocence of the Muslims", sul quale si continua ad indagare e si continuano a fare scoperte inquietanti. In questo momento, il sedicente produttore Sam Bacile, che in realtà è un pregiudicato egiziano residente negli USA che di nome fa Nakoula Basseley Nakoula, viene tenuto sotto stretta sorveglianza in una località segreta della California. Lo sono andati a prelevare l'altro ieri sera nella sua casa a Cerritos, un sobborgo a sud di Los Angeles, e le auto della polizia erano ben sette. I vicini di casa sono caduti dalle nuvole. Hanno dichiarato che la famiglia Nakoula (marito, moglie e 3 figli) è una famiglia molto simpatica. Qualcuno credeva che non fossero coopti ma musulmani, perché li venivano a trovare spesso gruppi di amici musulmani.
Nel frattempo, a Hollywood si parla molto del film. A quanto pare, "The Innocence of the Muslims" (che all'epoca della lavorazione si intitolava "Desert Warriors") si è intitolato anche "Innocence of Bin Laden". E' con questo titolo che era stato reclamizzato, nel giugno scorso, in programmazione al Vine Theater di Los Angeles. Titolo a parte, il manifesto era scritto interamente in arabo, e vi figurava anche un numero di telefono. "Cosa significa questo numero di telefono - chiese pubblicamente scandendo i numeri uno dopo l'altro John Walsh, famoso blogger californiano di hollywoodhighlands. org nella sala del City Council di Los Angeles il 29 giugno scorso durante le audizioni riservate ai cittadini- e cosa significa un titolo che parla dell'innocenza di Bin Laden?! Dobbiamo fare luce su questa storia, dobbiamo mandare la polizia in quel cinema, dobbiamo capire cosa diamine sta succedendo!". John Walsh ha usato toni molto allarmati nel suo intervento, e il dirigente del City Council che presiedeva la seduta a un certo punto gli ha tolto la parola. Ma il filmato di quell'intervento si trova su Internet e tutti lo possono ancora vedere.
Steve Klein, un ex marine di fede repubblicana che addestra alle armi gruppi di cattolici americani per prepararli alla guerra religiosa mondiale, ha ammesso di essere stato consulente nel film "Innocence of the Muslims" presentato al Vine Theater. "Il numero di telefono era stato messo per stanare tutti i terroristi islamici che si trovano a Los Angeles invitandoli alla proiezione", ha dichiarato Klein. "Ma non ha funzionato - aggiunge - perché non è venuto nessuno e la proiezione è stata un fiasco". "Non c'è stata nessuna proiezione - ribatte il blogger John Walsh - perché io ci sono andato, ho chiesto di acquistare il biglietto ma la cassiera, da dietro il vetro, mi ha detto che la proiezione era stata annullata". Tuttavia, ora c'è anche un poliziotto di Los Angeles che ha riconosciuto nel volto di Nakoula Basseley Nakoula quello di un uomo che passeggiava nervosamente attaccato al cellulare lungo il marciapiede di fronte al Vine Theater la sera di quel 30 giugno.
Gli spostamenti di Nakoula Basseley Nakoula e le vicende del film "Innocence of the Muslims" vengono ricostruiti in queste ore sul web da bloggers e testimoni che stanno fornendo un quadro sempre più dettagliato della vicenda. Il film è stato finanziato da una società no profit di cattolici integralisti americani che ha sede a Duarte, in California, e si chiama Media for Christ. E' stato girato a nord di Los Angeles, nello studio Blue Cloud Movie Ranch di Santa Clarita. Gli attori stanno uscendo allo scoperto uno dopo l'altro, indignati e terrorizzati per aver partecipato inconsapevolmente a questo casus belli. Sono per lo più attori anonimi, pescati nel mondo del porno dove nessuno ovviamente si chiede cosa stia interpretando e a quale scopo.
"Alan Roberts", il regista del film che figurava sul foglio delle convocazioni dei provini e che avevamo segnalato due giorni fa, è stato finalmente individuato. Specializzato in porno soft e horror di serie C, si chiama Robert Brownell all'anagrafe di Tarzana, sobborgo di Los Angeles che deve il suo nome al più famoso interprete di Tarzan , l'attore Johnny Weissmuller che aveva scelto di abitare lì quando era ancora una specie di giungla. Si conosce anche l'indirizzo di Robert Brownell. Ma lui non c'è. Ha appena messo in vendita l'appartamento. Tuttavia, lo si può trovare nel web. Molto tempo fa Brownell ha postato su "Divine Revelations" una drammatica confessione dove ha spiegato di essere stato intossicato dalla pornografia per tanti anni e di essere stato miracolosamente salvato dall'incontro con dio. Adesso Brownell ha un lussuoso sito web che si chiama GodTube dove ha messo più di 80 video a carattere religioso girati in tutto il mondo, e vi si possono trovare anche confessioni di musulmani che sono stati folgorati dalla conoscenza di Cristo.
Ma torniamo al film e al principale responsabile. Nakoula Bassely Nakoula è uscito dal carcere dove era detenuto per truffa alla fine di maggio del 2011. A luglio, stava già organizzando le riprese del film sotto il titolo "Desert Warriors". Lo aveva scritto durante il soggiorno in cella. E una volta fuori aveva chiesto la consulenza di uno sceneggiatore spiantato, Jimmy Israel, il quale era rimasto agghiacciato dalla violenza e dal razzismo del copione. "In un primo momento, avrei voluto rifiutare il lavoro ma avevo bisogno di soldi e soprattutto credevo di poter almeno aggiustare un po' quella sceneggiatura oscena, ma ho capito subito che quello lì non voleva pagare. A un certo punto, fra le tante scuse che accampava, mi ha detto che aveva scoperto di avere il cancro e che doveva recarsi precipitosamente in Egitto per farsi curare".
Al momento, non è dato di sapere se Nakoula Basseley Nakoula si sia effettivamente recato in quei giorni in Egitto, dove tutta questa storia implacabilmente e sempre ci riporta. Sta di fatto che il suo complice più importante, il presidente della National American Copti Assembly, l'egiziano trapiantato in America Morris Sadek fan di George Bush jr. che ha postato in modo virale il film sul web, non può più mettere piede in Egitto dal giugno del 2011, esattamente quando Nakoula Basseley Nakoula disse a Israel di doverci andare ad ogni costo. Quanto a Sadek, ora anche lui è irreperibile e forse si trova in un luogo segreto protetto dalla polizia. L'ultima volta è stato visto due giorni fa in una strada di Washington dove è stato aggredito da un gruppo di donne di religione coopta che probabilmente frequentano la sua associazione. A quanto pare, le suddette donne lo hanno prima accerchiato, poi coperto di improperi e alla fine si sono tolte le scarpe per picchiarlo con quelle.
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