lunedì 1 luglio 2013

La Germania compra i nostri ragazzi. La nostra svendita

Spulciando le notizie
mi sono imbattuto in una cosa che può sembrare a prima vista una cosa positiva ma che alla lunga è destinata solamente ad impoverire maggiormente il nostro stato. La storia, in breve è raccontata dal giornale Orizzonte Scuola, ed è una triste verità, la Germania ha necessità di manodopera, ma... e qui viene il punto, a basso costo, i suoi operai ed i suoi sindacati sono forti e non scherzano e allora che fare? Semplice creare una crisi economica negli stati più deboli e poi promettergli aiuti, magari con stage da completare proprio in Germania. Purtroppo è tutto vero.

Dopo aver imposto una politica di austerità in tutta Europa, Algela Merkel mette l'acceleratore al cosiddetto "sistema duale", che vedrà connettersi la formazione scolastica con l'avviamento alla professione.
Un processo già avviato dalla Gelmini, che ha avuto un buono scarto durante il Governo Profumo e che troverà la realizzazione piena sotto il Governo Letta.
Così, giorno 14 giugno si è svolto un vertice tra Francia, Germania, Spagna e Italia con lo scopo di  affrontare le questioni riguardanti la disoccupazione giovanile e concretizzare un pacchetto di iniziative che coinvolgano anche l'istruzione.
Il vertice giunge dopo una serie di accordi bilaterali tra Germania e gli altri paesi che hanno partecipato al vertice.
Lo scopo? avviare un sistema unitario che preveda una formula mista di formazione scolastica e avviamento professionale.
In questa direzione sono andati i suggerimenti all'Italia sul potenziamento dell'istruzione tecnica e professionale giunti da varie voci e che hanno trovato una prima concretizzazione a Berlino nel mese di dicembre con un accordo tra i diversi paesi europei e firmato per il nostro paese dal sottosegretario Ugolini.
La Germania ha così finanziato, ad esempio, in Portogallo progetti di scuola-apprendistato, stesso in Spagna con la quale è previsto il trasferimento di 5.000 giovani spagnoli da formare ed eventualmente assumere in Germania.
Il  2012 ha visto un aumento di emigrazione verso la Germania dagli altri paesi europei, soprattutto dei cosiddetti Pigs, che a quanto pare sono un fastidio per il colosso solo quando si tratta di tagliare la spesa pubblica arenando l'economia e non quando offrono manodopera a basso costo.
Così dalla Spagna sono giunte nelle fredde terre germaniche 20.000 giovani (il triplo rispetto al 2008), 34.000 dalla Grecia, 11.000 dal Portogallo, e ben 42.000 dall'Italia.
Chiaramente coloro che hanno "competenze tecniche" riescono ad inserirsi meglio nel mondo del lavoro, ma spesso con retribuzioni inferiori rispetto ai tedeschi.
Il problema della lingua viene spesso risolto con corsi organizzati dalle aziende stesse, ma si punta ad un'azione più incisiva, con corsi di tedesco durante le esperienze scuola-lavoro, bisogna pensarci per tempo.
La Germania ha fretta e la Merkel invita i paesi ad avviare queste "riforme" e suggerisce ai giovani, in contemporanea con il pressing di Enrico Letta al vertice di Roma sulla disoccupazione europea, a "muoversi": nel senso letterale del termine.
"Bisogna avere maggiore mobilità", afferma, "Per trovare lavoro - dichiarazioni rilasciate alla Bbc - i giovani disoccupati devono muoversi". E paragona questa necessità contingente per molti paesi europei a quanto accadde nell'Europa dell'Est, quando "in molti furono costretti a muoversi verso il Sud del Paese".
Nel frattempo Letta incassa il sì per l'anticipo dei fondi di garanzia dei giovani al 2014-15, per preparare un piano da attivare dal primo di gennaio 2014. Si tratta di 400 milioni, concentrati in due anni, invece di sette. Ma per ottenere i fondi l'Italia dovrà rivedere i sistemi di formazione e transazione dalla scuola al lavoro, dirigerne una parte per finanziare programmi di mobilità in Europa, e spostare la tassazione dal lavoro ai consumi.

Fonte:
http://www.orizzontescuola.it/news/si-accelera-sulla-scuola-lavoro-germania-ha-bisogno-manodopera-basso-costo-finanziamenti-antici

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