giovedì 12 aprile 2012

La rivincita della scuola pubblica.


Sono uscite recentemente delle statistiche che hanno ribaltato la concezione che si aveva della scuola in Italia, ovvero che la scuola privata fosse migliore di quella pubblica, ma partiamo con calma.

Qualche mese fà mi ero documentato sui finanziamenti che ricevono le scuole pubbliche e quelle private e tramite questo articolo avevo fatto osservare che la scuola privata con dati del 2006/07 riceveva qualcosa come 578,46 euro per alunno di FINANZIAMENTI PUBBLICI a fronte di una cifra di 37,77 euro per quelle pubbliche, è come se la Ferrari pagasse la ricerca anche per la McLaren! Da notare inoltre che le cifre dei contributi sono state ritoccate ancora di più al ribasso in questi anni, vi invito, nuovamente, a leggere i dati riguardanti queste notizie nel mio precedente post. Ma torniamo al presente, recentemente il Ministero, nella fattispecie quando era ancora in carica la Gelmini, diede l'incarico di raccogliere tutta una serie di informazioni riguardanti le scuole, dall'uso delle strumentazioni didattiche moderne alla formazione dei docenti, dal numero di lavagne interattive all'utilizzo di laboratori e cosi via. La statistica riguardava sia quelle statali che quelle paritarie senza esclusione, l'intento era quello di monitorare l'effettiva capacità delle nostre scuole, i risultati sono stati netti e senza possibilità di replica, nella stragrande maggioranza dei casi la scuola pubblica è nettamente messa meglio rispetto a quella privata o paritaria, sia dal punto di vista di dotazioni scientifiche e non sia dal punto di vista dei risultati degli alunni, la relazione che esemplifica i dati la potete trovare qui. A completare il quadro della scuola in Italia, che comunque ormai stà perdendo tantissimo rispetto al resto dell'Europa, ci ha pensato la Fondazione Agnelli che ha realizzato un'indagine sugli studenti che arrivano all'università e che affrontano il loro primo anno di studi nelle aule universitarie. L'indagine è stata fatta su 145.000 studenti di 1.011 istituti di 4 regioni italiane, Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Calabria e il sunto dei dati viene così espresso dalla Fondazione: 
Le principali conclusioni sostanzialmente comuni alle regioni considerate, pur nelle grandi differenze, sono tre:
1.      emerge la buona qualità della formazione fornita dagli istituti tecnici, se valutata in termini di effetto scuola;
2.      emerge un effetto provincia: gli studenti dei piccoli centri hanno in media performance universitarie migliori rispetto ai grandi centri urbani;
3.      nonostante la presenza di alcune realtà di chiara eccellenza, la performance della maggior parte delle scuole non statali è deludente rispetto a quelle statali.


....e lo dice un ente esterno alla scuola pubblica, che non ha interessi di sorta nella questione, in ogni caso vi lascio il link con il quale è possibile consultare le graduatorie di cui menzionavo poc'anzi.
La Repubblica intitolava così il suo articolo: "Le private? Sono dieci anni indietro
Gap tecnologico delle scuole paritarie"
Sicuramente la scuola pubblica ha tanti problemi e non solo economici, a partire dall'arruolamento dello stesso personale per finire con la possibilità di rimuovere persone che non sono in grado di fare il loro dovere, ma nonostante tutto rimane comunque in piedi ed in Italia riesce ad avere, a dispetto dei contributi veramente infimi, basta guardare in un altro sito statale, quello di "Scuola in Chiaro" per avere ulteriori conferme di ciò che scrivevo prima, riesce ad avere, dicevo, uno standard migliore di quella privata, dove finanziamenti pubblici e quelli privati (rette) sono sicuramente congrui. Questo ad ulteriore dimostrazione che il fine ultimo del privato...è quello di lucrare il massimo possibile dando il minimo possibile.
Finisco con un'ultima cosa, con un articolo della nostra Costituzione, l'articolo numero 33 e dice:

L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento.
La Repubblica detta le norme generali sull'istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi.
Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato.
La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali.
E` prescritto un esame di Stato per l'ammissione ai vari ordini e gradi di scuole o per la conclusione di essi e per l'abilitazione all'esercizio professionale.
Le istituzioni di alta cultura, università ed accademie, hanno il diritto di darsi ordinamenti autonomi nei limiti stabiliti dalle leggi dello Stato.





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