Concia, maxi evasione per 106 milioni. Ottocento lavoratori irregolari e 1,3 miliardi di patrimoni all'estero non dichiarati per i vicentini della Mastrotto Group. Il gruppo: cifre sproporzionate, il "nero" per gli straordinari è prassi diffusa.
VICENZA - Tonnellate di pellame vendute senza fattura, per oltre 10 milioni di euro, soldi che venivano fatti sparire dalla contabilità fiscale grazie a degli artifizi fiscali. Circa ottocento lavoratori pagati parzialmente in nero: operai e dirigenti a cui venivano corrisposti dei consistenti fuori busta, per un importo complessivo che è stato calcolati in 9 milioni di euro. Ed ancora oltre 106 milioni di euro di reddito «nascosto» al fisco italiano presso società di capitali oltre confine e patrimoni non dichiarati all'estero per oltre 1,3 miliardi di euro. Sono questi i principali numeri dell’indagine condotta dalla Guardia d Finanza di Vicenza che ha scoperto un'evasione di dimensioni colossali. Coinvolto uno dei principali gruppi imprenditoriali della concia della Valle del Chiampo, la Mastrotto Group, con sede ad Arzignano. Responsabili i fratelli Bruno e Santo Mastotto, che sono stati denunciati all’autorità giudiziaria per evasione fiscale.Fondatori dell’importante gruppo conciario, amministratori e proprietari di fatto di quella che i finanzieri definiscono una galassia societaria retrostante alla struttura imprenditoriale vicentina: un castello di società di capitali, quattro con sede in Lussemburgo, due delle quali holding gemelle, e due trust con sede nell'isola di Mann. Imprese sotto il controllo italiano e di fatto amministrate in Italia, quindi ricondotte a tassazione nazionale e di fatto considerate evasori totali. L’avvio delle verifiche finanziarie da parte del Nucleo di Polizia tributaria, coordinatore dal sostituto procuratore Marco Peraro, ha preso il via da un'indagine per corruzione che ha ipotizzato il pagamento da parte dell'azienda Mastrotto Group di una tangente da 300 mila euro nei confronti di professionisti e funzionari dell'Agenzia delle Entrate. Pagamento che sarebbe avvenuto nel 2008.Da quell’episodio la Finanza ha voluto approfondire meglio la situazione del gruppo con verifiche fiscali che hanno interessato gli anni dal 2005 ad oggi. Ed ecco come è emersa l'evasione di respiro internazionale. «Si è trattato di un’operazione molto complessa, che ci ha tenuti impegnati per oltre un anno - ha fatto sapere il col. Antonio Morelli, Comandante provinciale della Guardia di Finanza di Vicenza – un ingente danno all’Erario ma non solo, anche alla libera concorrenza e al libero mercato. Cercheremo di contrastare in modo sempre più drastico tali fenomeni perché non è più tempo di giocare coi soldi italiani, soprattutto in questo particolare momento storico. Abbiamo le potenzialità per arrivare a ricostruire le situazioni patrimoniali a distanza di anni, come nel caso della Mastrotto. Abbiamo dimostrato di essere bravi quanto i migliori consulenti aziendali. Scoveremo e puniremo tutti coloro che costruiscono artifizi fiscali. Che ci provino pure, li staneremo».Il gruppo Mastrotto, precisa la società in una nota, «ha fornito ampia collaborazione alle Fiamme Gialle e sta regolarizzando le posizioni contestate sui dipendenti. Il gruppo non solo non si riconosce nelle cifre divulgate, sproporzionate rispetto a quanto riferibile al gruppo, ma resta colpita dalla rappresentazione della realtà che e' stata fornita dal comunicato stampa della Guardia di Finanza che, cumulando importi riferiti a più periodi d'imposta, rischia di provocare un notevole danno di immagine assolutamente ingiustificato». Le irregolarità ammesse riguardano la corresponsione fuori busta in passato di parte degli straordinari. «Prassi diffusa nel territorio - si aggiunge - cui il gruppo è stato costretto ad adeguarsi solo per mantenere e acquisire le risorse umane necessarie alla sua crescita.
Benedetta Centina
SCOMMETTIAMO CHE NON FINIRANNO IN GALERA!
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