mercoledì 24 agosto 2011

Import & Export, ovvero importare miseria ed esportare ricchezza.

Cosa stà succedendo nel mondo occidentale, il benessere, o la parvenza di essa, raggiunta negli ultimi decenni dov'è adesso? Discutendo ad una festa con un mio amico ragionavamo sul fatto che una volta, primi anni 70 fino agli anni 90, una famiglia dove avessero lavorato sia la moglie che il marito erano in grado, risparmiando ovviamente, di "mettere", anche grazie alle liquidazioni, su 2 o 3 case, a seconda ovviamente della tipologia delle stesse, oggi  si è già fortunati se i due lavorino e che riescano mantenersi l'affitto... non il mutuo. Io personalmente non mi sognerei di "mettermi alla ricerca del mutuo" in questo momento, non sarei in grado di affrontare la spesa e fortunatamente non ne ho bisogno, ma purtroppo conosco diversi ragazzi che con questi conteggi ci devono convivere e "tirare" un sospiro di sollievo se alla fine del mese riescono a pagare la rata del mutuo. Ma perchè siamo arrivati a questo punto, e da quando è cominciata la discesa dei nostri redditi? Non è facile indicare un momento esatto o un evento che abbia generato la discesa del potere d'acquisto, inoltre gli scenari sono diversi per ogni nazione, ad esempio in Italia un incentivo alla ricchezza sono stati i BOT del periodo d'oro, anni 80, toccavano aliquote del 18%, dove però come contraltare trovavamo l'aumento del nostro debito pubblico che veniva in parte mitigato dalla famosa svalutazione della Lira. Erano anni che questa politica permise a chiunque avesse un pò di soldi da parte di arricchirsi, voleva dire che investendo 1.000 € ne avresti avuti dopo 1 anno 1.180, è chiaro che come dicevo prima però lo Stato si doveva indebitare maggiormente per far fronte ad così cospicua uscita. Nel frattempo, la storia scorreva, scivolava verso la fine della guerra fredda, l'URSS e la Cina così distanti iniziavano ad essere sempre più vicine, i paesi orientali diventavano sempre meno chiusi, Taiwan, Giappone, Vietnam, Hong Kong iniziavano a produrre sempre più beni di consumo per l'occidente, prima il tessile poi la metallurgia ed infine lavorazioni sempre più complesse fino ad arrivare ad oggi dove questi stati inviano assieme all'India ed il Brasile propri satelliti nello spazio, e l'occidente cosa fà nel frattempo... si divide. Ma non è una divisione politica, o di "piazza" è una divisione sociale ed economica, per primi i grossi gruppi industriali come Benetton che già da fine anni 80 e primi 90 spostavano la produzione dei loro capi in Cina, la Fiat, inizio a produrre auto in Brasile e poi sempre più spesso anche imprese più piccole che sfruttando la manodopera a basso costo erano in grado di produrre materiali, beni di consumo e altro ancora a prezzi molto convenienti. E nel frattempo gli operai, gli impiegati italiani? Si riconvertivano o andavano in prepensionamento, in fin dei conti nei primi anni 90 era ancora possibile fare qualcosa di diverso ed infatti iniziò tramite le liste di mobilità a grandi assunzioni negli enti pubblici, concorsi per vari posti e così via, intanto il debito pubblico aumentava... Poi venne Berlusconi che, anche se la sua comparsa fu nel 94, il meglio di sè lo stà dando in questo decennio dove negli ultimi dieci anni 8 se li è fatti lui al comando. Fin dai primi vagiti del suo governo 2001-2006 diede vita a numerosi condoni, tombali, fiscali, edilizi e chi più ne ha ne metta, contornato da frasi inneggianti all'evasione fiscale e a questo punto fù il tracollo delle entrate fiscali e dei controlli cosicché quell'enorme debito che si era formato negli anni addietro è esploso, ed è esploso in tutta quella sua virulenza che ci stà lasciando senza speranze e futuro. Dalla ricerca sfrenata dell'arricchimento in breve tempo che ha caratterizzato gli anni 90 con l'esportazione del lavoro da parte degli industriali si è arrivati all'importazione della miseria e degli sbilanciamenti sociali di questi anni, dove la ricchezza sale per chi c'è la già o per chi truffa o evade mentre chi è onesto o non ha avuto fortuna nella vita deve arrabbatarsi. 

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