martedì 25 settembre 2012

La Svezia in controcorrente.


Che la Germania in Europa cominci a stancare non è un  mistero, i sentimenti anti-teutonici sono all'ordine del giorno, è questo non è un bel sintomo, anche perchè all'interno della stessa nazione vi sono
persone che ricordano benissimo che cosa successe il secolo scorso. Dopo la prima guerra mondiale, l'Europa costrinse la Germania a pagare cara la sua sconfitta, da li nacque un senso di rivalsa da cui scaturì il nazismo, ma torniamo ai giorni nostri. Da qualche anno la Merkel alle prese con problemi interni al proprio paese e alla scarsa maggioranza di cui dispone in parlamento, la sua linea politica del rigore ad oltranza ha portato, stà portando alcuni paesi come la Grecia sul completo fallimento. E' chiaro che anche la Grecia ci ha messo del suo e non poco però è lampante come vi sia nei commenti dei politici tedeschi a volte la "cattiveria" nelle dichiarazioni, come esempio vi sono le varie interviste rilasciate dopo che Mario Draghi sosteneva il non "abbandono" a se stessa della nazione ellenica o degli interventi a favore dell'euro. Questa politica, così estrema, non stà portando a nulla di buono, specie nell'affrontare il rigore a tutti i costi, ed infatti iniziano i primi "dissidi" fra i grandi tra Francia e Germania, come illustrato in questo articolo di Repubblica, ma addirittura all'interno della stessa nazione si stanno accedendo parecchi dissensi, ovviamente da parte dei socialdemocratici, dove l'ex cancelliere Schmidt "ammonisce nel non continuare nell'atteggiamento egoistico di questi mesi", al quale risponde il falco Stark "E' la BCE che è nel panico..." messaggi distensivi insomma... Ma come dicevo nel titolo, forse, a dare un altro colpo di grazia all'atteggiamento intransigente della nazione tedesca vi è un solido alleato della stessa, ovvero la Svezia. Il paese scandinavo, governato da anni dalla destra, è stato fin dai primi giorni uno dei promotori del rigore da osservare in ambito europeo, ma con il passare del tempo si stà accorgendo che questo non stà portando nella direzione giusta e così dal prossimo anno, conscio anche dai suoi bilanci in regola, farà investimenti per miliardi di euro e "premerà" che altri stati europei come la Gran Bretagna e la stessa Germania facciano altrettanto, così dichiara Fredrik Reinfeldt al Financial Times
Traduzione dell'articolo grazie al sito Linkiesta http://www.linkiesta.it/svezia-stimolo-fiscale-economia

La Svezia rompe con la Merkel: taglia le tasse e spende in infrastrutture
Richard Milne
Il governo di centro destra svedese rompe con l’austerità della Merkel e lancia un piano di stimolo per l’economia per far fronte alla crisi. Il bilancio del prossimo anno prevede tagli alle tasse delle imprese e investimenti in progetti infrastrutturali e ricerca. Scelto e tradotto dal Financial Times.

Dall’inizio della crisi finanziaria, la Svezia è stato il primo grande paese europeo a lanciare un esplicito programma di stimolo non appena sono nate le preoccupazioni per un rallentamento economico.

Dopo anni in cui le richieste internazionali per uno stimolo economico sono state deplorate, il governo di centro-destra svedese ha dichiarato ieri che avrebbe speso 23 miliardi di corone (3,5 miliardi di dollari) per spingere la crescita e poter investire di più nel caso la recessione divenga più dura.

Il primo ministro Fredrik Reinfeldt ha detto al Financial Times che le solide finanze pubbliche svedesi davano maggiori possibilità di manovre che in molti paesi europei.

«Nella nostra economia abbiamo risorse a disposizione e tassi di interesse molto bassi: adesso è il momento di investire per farci diventare più competitivi in futuro».

La manovra della Svezia, un paese con tripla A che dipende tantissimo dall’economia globale per le sue esportazioni, potrebbe far pressioni sulla Germania perché consideri la possibilità di una soluzione simile, così come sull’amico e alleato di Reinfeldt, il ministro inglese David Cameron.

La Svezia taglierà le tasse sulle imprese dal 26,3% al 22% nel bilancio del prossimo anno, e ha accennato alla possibilità di tagli ulteriori. Cercherà anche di investire 100 miliardi di corone tra il 2014 e il 2025 in infrastrutture e progetti come una nuova linea metropolitana a Stoccolma e una ferrovia che attraversi l’intero paese.

Anders Borg, ministro delle finanze, ha anche accennato a investimenti in ricerca e sviluppo e misure per contrastare la disoccupazione giovanile. Quest’anno, Borg ha parlato a una rivista degli appelli delle organizzazioni internazionali lanciati da quando è cominciata la crisi: «A tutti era stato detto “stimolo, stimolo, stimolo”… È stato sorprendente che l’Europa, con quello che aveva vissuto con la disoccupazione strutturale tra gli anni Settanta e Ottanta, ha creduto che il keynesianesimo di breve termine potesse risolvere il problema»

Ma Reinfeldt ha aggiunto che la Svezia non ha abbandonato il suo focus sull’importanza della finanza pubblica, anche se l’opposizione social-democratica e gli economisti indipendenti si preoccupano che il governo possa superare la propria regola di un surplus dell’1% sul ciclo economico. Torbjorn Isaksson, analista capo di Nordea per la Svezia, ha dichiarato che si stimava un deficit di bilancio attorno allo 0,5% per quest’anno e 1% per i prossimi due anni.

Il primo ministro ha ribattuto: «Crediamo di raggiungere quell’obiettivo. È stato imposto perché avevamo un alto livello del debito a metà degli anni Novanta». Il rapporto debito/Pil svedese è caduto, secondo quanto riporta Eurostat, da più dell’80% al 37,2% all’inizio di quest’anno.

Alcuni commentatori credono che il progetto di bilancio segni l’inizio della lunga corsa alle prossimi elezioni del 2014.

Reinfeldt si è detto sia d’accordo che in disaccordo: «Se solo avessi una prospettiva elettorale non abbasserei la pressione fiscale sulle imprese né investirei in ricerca e sviluppo. Non ti fanno guadagnare molto nei sondaggi di opinione. [Ma] siamo a metà mandato. Ora è il momento di prepararci».

Ha aggiunto che il governo è favorevole al taglio di tasse sul reddito come ha promesso per la quinta volta dall’arrivo al potere nel 2006, una mossa che gli analisti pensano avrà riscontri nel bilancio del prossimo anno.

In un’altra intervista, Stefan Löfven, il capo dell’opposizione social-democratica, aveva richiamato il governo a rispettare la regola sul surplus: «È molto importante per le persone normali che le finanze pubbliche siano in ordine».

Löfven si è lamentato che la coalizione di centro-destra ha rubato molte idea alla sinistra. «Il governo fa così perché le persone pensino che non si sia differenza» ha dichiarato e ha aggiunto: «Questo è il motivo per cui propongono alcune cose che noi proponiamo».

Ma ha rimarcato che c’è una grande differenza tra il governo e l’impegno dei social-democratici nell’aumento dei benefit, senza tagliare le tasse dei lavoratori, spendendo di più nella formazione, e provvedendo a incentivi per costruire più case. Il bilancio si scontra con lo scenario di una possibile rapida caduta dell’economia svedese. 

Isakson ha previsto una crescita dell’1% quest’anno e appena sotto il 2% il prossimo anno, contro le stime aggiornate del governo dell’1,6 e del 2,7% rispettivamente.

Reinfeldt ha detto che l’economia ha subito una flessione più dura di quanto ci si aspettasse: «Siamo pronti a fare di più».



Nessun commento:

Posta un commento