lunedì 12 novembre 2012

Tesoreria unica: esempio di come le banche possano trarne beneficio.

Vi ricordate ciò che vi dicevo il mese scorso sulla tesoreria unica? Se per caso ve la siete persa ecco il link per andare a leggere di cosa si tratta. Ora però sono in possesso di alcuni dati per farvi capire di quanto ci costerà questo scherzo.
Come avrete ben capito, precedentemente gli enti pubblici avevano una loro cassa con i relativi soldi depositati in una banca che gli garantivano anche qualche euro di interesse, mentre ora i soldi dovendoli versare alla Banca d'Italia ma continuando comunque a servirsi delle banche commerciali, per forza di cose gli istituti di credito chiederanno un pagamento per le operazioni bancarie, ed ecco qui l'esempio concreto. Sono riuscito ad avere dei dati di un ente pubblico piccolo, e con pochi soldi, che indicativamente in un anno il conto in banca gli "fruttava" sui 600 € di interessi circa, ora, invece, per ogni mandato di pagamento dovrà versare 0,50 € centesimi di euro. Considerando che in un anno le operazioni soggette a costi potrebbero essere circa 700 il totale è presto fatto, 700 x 0,50 = 350 €, quindi alla fine per l'ente pubblico si avrà una perdita rispetto all'anno precedente di € 600+ € 350= € 950 soldi che anzichè rimanere nelle casse dissestate dell'ente, andranno direttamente a finire nelle tasche delle banche. Io sinceramente non vedo l'utilità di questa operazione se non quella di agevolare ulteriormente le banche. Ma provate pensare alle migliaia di tesorerie pubbliche sparse per l'Italia e provate ad immaginare il flusso di denaro che in un anno si riverserà nelle casse degli istituti bancari, milioni di euro!

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